Questo è il blog della Scuola di Cerimonia del Tè Jaku di Lucca. Offriamo lezioni di chanoyu, gongfucha cinese, Darye (la via del tè coreana) e ovviamente l'etichetta nello stile tradizionale inglese. Offriamo anche dimostrazioni pubbliche e private.
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giovedì 8 marzo 2012
Primi di Marzo- lezioni principianti chanoyu
Spesso per gli allievi alle prime armi le lezioni di cerimonia del tè giapponese (chanoyu) sono un po' frustranti perchè le cose da imparare sono tantissime, ma prima di procedere alla preparazione vera e propria è necessario concentrarsi sulla precisione del gesto e su una serie di gesti che normalmente non si prendono neppure in considerazione, come alzarsi, sedersi, girarsi, inchinarsi.
Si prende immediatamente consapevolezza che tutti quei movimenti che crediamo di saper fare in realtà sono fatti in maniera approssimativa e sprecisa.
Ci rendiamo conto che per appoggiare a terra un oggetto ci vuole un gesto preciso e delicato, un'attenzione che parta prima dalla nostra concentrazione e poi verso le braccia si trasferisca nella delicatezza e determinazione del nostro stesso gesto.
La difficoltà forse più grande sta, però, nel rendersi conto che anche il semplice stare seduti e fermi in posizione "seiza" è difficile e doloroso e che la resistenza per una persona non abituata è davvero minima.
Le prime lezioni dunque si concentrano nel rendersi conto delle proprie inadeguatezze e nell'imparare un nuovo bilanciamento del proprio corpo: una nuova maniera più consona di camminare sul tatami, di girarsi e di chinarsi agli altri portando rispetto e nello stesso tempo esprimendo grazia.
Personalmente, una delle prime cose che insegno insieme alle basi del portamento, è la piegatura di fukusa (il tovagliolo arancione, o viola per gli uomini) che si vede nella foto.
Gli allievi ci mettono in media un anno di lezioni (e alcuni anche di più) per imparare a piegare, impugnare e usare questo tipo di "tovagliolo", per questo motivo ho deciso di far sì che si cimentino subito con le piegature, poichè sono una parte molto importante di quella che sarà la loro cerimonia del tè.
Naturalmente gli allievi del corso principianti non sono ancora in grado di cominciare a preparare una vera e propria tazza di matcha quindi , per il momento, imparano a comportarsi correttamente come ospiti e il tè gli viene servito da me.
Nell'ultima lezione il tema era quello classico di Hinamatsuri (festa delle bambole) che si tiene in Giappone nei primi di Marzo. Il jiku (uno shikishi) era dipinto con questo tema mentre la composizione floreale (non proprio adatta in effetti ad una cerimonia del tè) era una composizione di violette spontanee del mio giardino abbinate a piccoli fiorellini di campo selvatici color giallo intenso e qualche ramo d'edera in un elegante vaso giapponese in bambù.
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venerdì 18 novembre 2011
Festival dell'Oriente
Non molto tempo fa sono stata a Carrara al Festival dell'Oriente invogliata dall'enorme pubblicità che gli viene fatta ogni anno e dal grande afflusso di visitatori.
Sono purtroppo rimasta molto molto delusa dalla grande disorganizzazione che hanno dimostrato. In uno dei padiglioni c'era un palcoscenico (piuttosto bruttino) in cui si alternavano vari tipi di scuole e praticanti di arti e sport di provenienza orientale. Purtroppo i partecipanti allo spettacolo non erano stati prima selezionati per cui sul palco si avvicendavano dai professionisti agli imbranati. (di più i partecipanti della seconda categoria).
Di fronte a questo palco un affollatissimo mercatino di bancarelle che vendevano oggetti (o reclamizzavano prodotti) di provenienza o stile orientale. Un mercatino esattamente come quello che si può trovare alla mostra dell'artigianato di Fortezza da Basso a Firenze, cioè niente di veramente speciale.
Negli altri padiglioni lo spazio era stato quasi interamente monopolizzato dalle arti marziali che occupavano più dei due terzi dell'intero complesso fieristico.
Per una persona, come me, non proprio entusiasta delle arti marziali, ma alla ricerca delle arti estetiche e del tè, non c'era quasi nulla.
Solo uno dei padiglioni offriva alcuni banchetti di arti giapponesi ma più che per divulgazione erano lì per lucro e, nell'insieme, risultavano anche assai "miseri".
Per quanto riguarda il tè c'erano solo due banchetti: uno reclamizzava un posto italiano dove viene fatta cerimonia del tè su prenotazione, l'altro vendeva scatoline di tè matcha e offriva agli ospiti orrendi assaggini di matcha diluitissimo in acqua fredda e servito in bicchierini di plastica!
Completamente assente la Cina che non compariva ne' per il tè, ne' per nessuna delle sue altre meravigliose arti.
Per finire è stato un grosso problema anche poter mangiare in quanto era stato allestito un self service che era strapieno (le file duravano mediamente 40 minuti) e al momento in cui una persona affamata riusciva ad avvicinarsi al bancone avevano già finito tutto! Non parliamo poi del fatto che al self service servivano solo piatti italiani (di scarsissima qualità) e niente di orientale! Sognarsi di trovare poi qualcosa di vegetariano o tanto meno vegano era decisamente improbabile.
Questa è stata decisamente un'esperienza da non ripetere e mi auguro che con il tempo gli amministratori si rendano conto che l'Oriente è grande (non è solo Giappone) e che le arti non sono solo quelle marziali (esiste cerimonia del tè, calligrafia, pittura, pittura su seta, poesia, arte dei nodi, origami, ikebana, danze tradizionali, cerimonie di vestizione, canto e musica, e moltissime altre ancora).
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domenica 13 novembre 2011
Sencha-do "La via del Sencha"
In molti conoscono la cerimonia del tè giapponese, ma pochissime persone sanno che in Giappone esiste anche un'altra cerimonia del tè, altrettanto complessa, che si chiama Sencha-do.
Il tè Sencha è un tè verde in foglie di buona qualità. E' molto amato dai giapponesi e viene bevuto spesso, ma, solitamente, senza alcun tipo di "cerimoniale".
Questa cerimonia del tè unisce la formalità tipica del chado giapponese al gusto estetico degli utensili cinesi.
Anche per questo tipo di cerimonia lo studio è molto lungo e complesso e le regole da seguire sono tante e rigidissime.
Vi ho fatto solo una piccola introduzione a questa meno nota, ma altrettanto bella, cerimonia del tè giapponese e ve ne do un piccolo assaggio in questa foto che mostra come l'ho realizzata nel mio ambiente.
Nel centro si usa un braciere alto e stretto con sopra un bollitore che si chiama "bofuro". La teiera a destra è piuttosto antica e fa parte di un servizio orientale che ho ereditato molto tempo fa, ma si addiceva perfettamente, come forma e colori, alle funzioni del contenitore per l'acqua fredda di Sencha-do (l'equivalente del mizusashi nel chado). Di fronte, sopra un vassoio, un servizio da tè giapponese per sencha che comprende teiera e tazze. I piattini in metallo li ho comprati in Giappone espressamente usato per fare questa cerimonia.
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sabato 12 novembre 2011
Oita (English version)
During the first days of October, in the Japanese tea ceremony, we use a
particular "table" (placed between furo and tatami) larger than normal
shiki-ita used in most of the ceremonies with furo.
The ceremony with oita is not much different from normal tea ceremony, however you have to
remember that futaoki and hishaku are positioned above the "table". It is the same
if you leave the tools at the end of the ceremony.
With Oita you must use only Chosen furo ( the type of brazier that you can see in the
photo) and futaoki of bamboo.

I chose to use a hagi chawan (blue hagi from Seigan artist that in recent years has become
very very popular). I do not love her very much, but I wanted to take the colors of the waves
painted on marine futaoki. The Natsume used gives the idea of the start of autumn, it has a fund
designs of chrysanthemums and red maple leaves on a black laquer. The futaoki used is perhaps the
piece more particularly as it is made of painted wood with a traditional design.
particular "table" (placed between furo and tatami) larger than normal
shiki-ita used in most of the ceremonies with furo.
The ceremony with oita is not much different from normal tea ceremony, however you have to
remember that futaoki and hishaku are positioned above the "table". It is the same
if you leave the tools at the end of the ceremony.
With Oita you must use only Chosen furo ( the type of brazier that you can see in the
photo) and futaoki of bamboo.
I chose to use a hagi chawan (blue hagi from Seigan artist that in recent years has become
very very popular). I do not love her very much, but I wanted to take the colors of the waves
painted on marine futaoki. The Natsume used gives the idea of the start of autumn, it has a fund
designs of chrysanthemums and red maple leaves on a black laquer. The futaoki used is perhaps the
piece more particularly as it is made of painted wood with a traditional design.
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giovedì 27 ottobre 2011
Oita
Durante la prima metà di Ottobre nella cerimonia del tè giapponese si è soliti usare una particolare "tavola" (collocata tra furo e tatami) di dimensioni più grandi rispetto alla normale shiki-ita usata nella maggioranza delle cerimonie con furo.
La cerimonia che si esegue con oita non è molto differente dal normale, tuttavia bisogna ricordarsi che futaoki e hishaku vengono posizionati sopra alla "tavola" stessa sia durante la cerimonia che nel caso si lascino gli utensili a fine cerimonia.
Oita necessita esclusivamente di usare chosen furo (cioè il tipo di braciere che vedete nelle foto) e futaoki in bambù.
Ho scelto di usare una tazza hagi (blu hagi dell'artista Seigan che negli ultimi anni è divenuto molto molto popolare) anche se non la amo moltissimo, ma volevo riprendere i colori delle onde marine dipinte sul futaoki. Il natsume usato da subito l'idea dell'autunno poichè su un fondo di lacca nera spiccano disegni di crisantemi e foglie rosse di acero. Il futaoki usato forse è il pezzo più particolare poichè è realizzato in legno dipinto con un tradizionale disegno di onde che si infrangono.
Aggiungo delle foto con i dettagli degli oggetti utilizzati.

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