Questo è il blog della Scuola di Cerimonia del Tè Jaku di Lucca. Offriamo lezioni di chanoyu, gongfucha cinese, Darye (la via del tè coreana) e ovviamente l'etichetta nello stile tradizionale inglese. Offriamo anche dimostrazioni pubbliche e private.
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mercoledì 4 aprile 2012
Tè nella serra
Alla fine di Marzo volevo fare un gong fu cha in un posto che potesse suggerirmi una maggior idea di primavera così ho pensato: "Perchè no in una serra?".
Certo in una serra è più difficile trovare un posto appropriato per appendere un rotolo dipinto ma ho voluto provare comunque...
Questo è stato il risultato...
Per il chaxi ho scelto un set di colore blu scuro con disegni oro chiamato "Perla Nera" e come tè un classico Bi Lo Chun ( il tè che a mio parere rende maggiormente l'idea della primavera).
Le tazze di questo set sono più grandi delle normali tazze da gong fu cha e questo mi ha dato la possibilità di incentrare la parte tecnica sulla corretta maniera di svuotarle a mano senza l'uso di pinze o altri utensili.
E per concludere un tradizionale dolce giapponese di primavera: sakura mochi (nello stile di Kyoto)!
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mercoledì 21 marzo 2012
La semplicità del gong fu cha
Come avevo accennato nel precedente post, il tema della cerimonia cinese sarebbe stato lo stesso di quello del chanoyu: la bellezza.
La bellezza vera, è a mio parere, preziosa ma non troppo vistosa, semplice senza essere sciatta.
E' come una teiera antica, con i suoi smalti appena opacizzati dal tempo, magari con le sue piccole "sbeccature", ma sicuramente affascinante, ricca degli aromi dei mille tè che ci sono stato infusi, piena di storie, assolutamente unica.
Come allestimento ho voluto usare un solo oggetto di pregio (una teiera in porcellana cinese del 1800 di dimensione media) e rimanere molto moderata sugli altri oggetti.
Non volevo che ci fosse niente di più dell'indispensabile e anche gli stessi colori dovevano dare un'idea di pulizia e rigore per far risaltare la bellezza della teiera.
Dal punto di vista tecnico ci siamo concentrati sui difetti dei vari allievi e abbiamo ripetuto i gesti per cercare un nuovo equilibrio e una nuova pulizia. In alcuni casi abbiamo anche imparato come pulire e sistemare gli utensili nel caso si rendesse necessario farlo di fronte agli ospiti.
Come tè niente poteva rendere meglio l'idea della semplicità (nella lavorazione) e della bellezza (nel gusto) di un Long Jin.
Per addolcirlo dei piccoli bocconcini di mochi rivestiti di sesamo.
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martedì 20 marzo 2012
La bellezza - chanoyu di Marzo
L'ultima lezione di Chanoyu aveva un tema (in effetti lo stesso tema usato per le lezioni di gong fu cha di questa stessa settimana) molto impegnativo: la bellezza.
Lo shikishi usato nella settimana precedente era basato sulla purezza del cuore e l'argomento che avevamo trattato era il rinnovamento che inevitabilmente la primavera porta con se'.
Con questa lezione ho voluto introdurre il tema della bellezza come un tutt'uno tra interiore ed esteriore: non esiste bellezza interiore senza avere anche una bellezza interiore e non esiste una bel contenitore per il tè senza... qualcuno che la sappia maneggiare e usare con cura!
La correlazione tra natura, animo puro, bellezza degli utensili e tecnica d'uso è strettissima: non esiste una cerimonia del tè ben fatta senza questi quattro elementi.
A cosa serve avere un rara tazza fatta da un importante Maestro se non si ha una perfetta tecnica per utilizzarla? E a cosa serve una perfetta tecnica se non si usa un buon tè, fresco e macinato con cura? E, infine, a cosa serve avere un magnifico tè se non siamo in grado di trasferire l'amore nell'infusione che stiamo preparando?
Lo shikishi usato nella settimana precedente era basato sulla purezza del cuore e l'argomento che avevamo trattato era il rinnovamento che inevitabilmente la primavera porta con se'.
Con questa lezione ho voluto introdurre il tema della bellezza come un tutt'uno tra interiore ed esteriore: non esiste bellezza interiore senza avere anche una bellezza interiore e non esiste una bel contenitore per il tè senza... qualcuno che la sappia maneggiare e usare con cura!
La correlazione tra natura, animo puro, bellezza degli utensili e tecnica d'uso è strettissima: non esiste una cerimonia del tè ben fatta senza questi quattro elementi.
A cosa serve avere un rara tazza fatta da un importante Maestro se non si ha una perfetta tecnica per utilizzarla? E a cosa serve una perfetta tecnica se non si usa un buon tè, fresco e macinato con cura? E, infine, a cosa serve avere un magnifico tè se non siamo in grado di trasferire l'amore nell'infusione che stiamo preparando?
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venerdì 16 marzo 2012
Lezione di gong fu cha - seconda settimana di Marzo
In questa lezione da un punto di vista tecnico abbiamo cercato di perfezionare il movimento delle braccia nella rotazione della teiera e del bricco. Il movimento non deve essere di spalle (altrimenti si otterrebbe un ridicolo effetto di "nuotatore a rana")ma solo di gomiti. Inoltre è estremamente importante separare quello che è il movimento rotatorio (che viene fatto solo dai polsi) da quello "alto-basso" che invece viene eseguito dai gomiti.
Come avevo già detto in precedenza questo movimento non è particolarmente significativo quando si usano abiti di fattura occidentale, ma risulta esteticamente molto piacevole quando si indossa l'hanfu che ha le maniche molto larghe e lunghe.
Purtroppo questo movimento non è semplice per nessuno dei miei allievi e richiede diverse lezioni, e un po' di applicazione, per essere eseguito al meglio.
Ad un allievo in particolare ho cominciato una piccola introduzione sul ritmo (cosa che in seguito sarà davvero indispensabile per sincronizzare più persone che fanno la stessa cerimonia), ma me ne sono quasi subito pentita: il ritmo nella cerimonia del tè è una cosa molto complessa ed è bene affrontarla in seguito quando alcune conoscenze sono già consolidate e si ha in generale una maggiore sicurezza.
Come tè ho servito ad alcuni un tè Fancy Wulong di Taiwan dal sapore abbastanza marcato e ad altri un wulong tailandese di pregio a foglia arrotolata, simile ad un Tie Kwan Yin.
Ho giocato tutta l'atmosfera creata dagli utensili sul tema della primavera.
In particolare ho adoperato il mio solito nuovo set di porcellana bianca con rami e fiori di susino abbinato ad una teiera Yixing scura anch'essa col tema dei fiori di susino.
E' una teiera che amo particolarmente poichè è stata la mia prima teiera Yixing! E'inoltre la riproduzione fedele, fatta da un noto maestro di terracotte, di un esemplare storico molto quotato conservato in un museo cinese.
I fiori erano una piccola composizione di vistose orchidee e mimosa (ovviamente un regalo che mi è stato fatto per la Festa della Donna) e come tutti i regali viene immediatamente esposto durante la cerimonia. Essendo questa composizione già abbastanza vistosa ho evitato di aggiungere altri fiori nel tokonoma. Appeso ho sistemato uno shikishi con una famosa calligrafia simboleggiante il rinnovo portato dalla primavera in arrivo.
Infine ho servito come dolce dei Tang Yuan (il mio dolce preferito) anch'essi arrangiati in versione primaverile: serviti dentro un infuso di Ba Bao Cha (Tè degli otto tesori) e adornati con petali di fiori colorati e bacche di Goji. Il Tang Yuan è un dolce tipico della Festa delle Lanterne tuttavia non viene disdegnato neppure per altre festività.Per servirlo ho scelto delle preziosissime ciotole coperte di porcellana giapponese a lavorazione Imari del 1800.
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domenica 11 marzo 2012
Degustazione di tè puerh degli anni '90 Grand Yellow Label
Per festeggiare la primavera che sta arrivando ho deciso di bere un puerh comprato circa 3 anni fa: un tè della fine del 1990 Grand Yellow Label.
Negli ultimi tre anni l'ho conservato in pumidor ad umidità medio-bassa (circa 55-60% a 20 C° di temperatura) ma prima dell'acquisto questo tè era stato conservato in un'umidità molto alta (non so, non sono sicura, ma penso intorno a 85 - 90% e una temperatura sicuramente superiore a 25C°).
E' solamente la seconda volta che assaggio un vero puerh invecchiato (la prima volta con un tè del 1960 ad immagazzinaggio umido!)e non sono sicura di riuscire realmente ad apprezzare questi tipi di tè dal gusto così marcato.
Il primo puerh invecchiato che ho degustato, come già accennato prima, era del 1960 e fu veramente... uno shock! Ho pagato una piccola fortuna e sapeva fortemente di muffa. Pensai che fosse per l'età...
Adesso, in questo tè invecchiato, ma assai più giovane, avevo sperato di trovare un gusto davvero speciale ma... niente! Lo stesso terribile odore di muffa...
Ho parlato con altri degustatori di puerh, con più esperienza di me, e mi hanno detto che è abbastanza normale. Normale?!
Personalmente non credo di apprezzare l'odore e il gusto del puerh invecchiato con il metodo dell'immagazzinamento umido, preferisco sicuramente dei tè a fermentazione naturale (sheng puerh) di invecchiamento medio (circa 10 anni) con un immagazzinamento medio o medio-basso (come il mio, cioè circa 50-60%).
Per questo tè ho creato un chaxi all'aperto con una piccolo chabako cinese (scatola di legno porta utensili da tè, comprendente anche un piccolo vassoio con scolo dell'acqua) e il mio bruciatore ad alcool. Ho usato la mia piccola adorabile teiera di Yixing che uso per i puerh invecchiati e ho inaugurato un piccolo set appena acquistato in porcellana bianca che comprende un bricchino e quattro tazze con bassorilievi di rami e fiori di susino (particolarmente indicata quindi in questo periodo dell'anno). E' molto bello il contrasto che il bianco della porcellana crea con il rosso del liquore.
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giovedì 8 marzo 2012
Primi di Marzo- lezioni principianti chanoyu
Spesso per gli allievi alle prime armi le lezioni di cerimonia del tè giapponese (chanoyu) sono un po' frustranti perchè le cose da imparare sono tantissime, ma prima di procedere alla preparazione vera e propria è necessario concentrarsi sulla precisione del gesto e su una serie di gesti che normalmente non si prendono neppure in considerazione, come alzarsi, sedersi, girarsi, inchinarsi.
Si prende immediatamente consapevolezza che tutti quei movimenti che crediamo di saper fare in realtà sono fatti in maniera approssimativa e sprecisa.
Ci rendiamo conto che per appoggiare a terra un oggetto ci vuole un gesto preciso e delicato, un'attenzione che parta prima dalla nostra concentrazione e poi verso le braccia si trasferisca nella delicatezza e determinazione del nostro stesso gesto.
La difficoltà forse più grande sta, però, nel rendersi conto che anche il semplice stare seduti e fermi in posizione "seiza" è difficile e doloroso e che la resistenza per una persona non abituata è davvero minima.
Le prime lezioni dunque si concentrano nel rendersi conto delle proprie inadeguatezze e nell'imparare un nuovo bilanciamento del proprio corpo: una nuova maniera più consona di camminare sul tatami, di girarsi e di chinarsi agli altri portando rispetto e nello stesso tempo esprimendo grazia.
Personalmente, una delle prime cose che insegno insieme alle basi del portamento, è la piegatura di fukusa (il tovagliolo arancione, o viola per gli uomini) che si vede nella foto.
Gli allievi ci mettono in media un anno di lezioni (e alcuni anche di più) per imparare a piegare, impugnare e usare questo tipo di "tovagliolo", per questo motivo ho deciso di far sì che si cimentino subito con le piegature, poichè sono una parte molto importante di quella che sarà la loro cerimonia del tè.
Naturalmente gli allievi del corso principianti non sono ancora in grado di cominciare a preparare una vera e propria tazza di matcha quindi , per il momento, imparano a comportarsi correttamente come ospiti e il tè gli viene servito da me.
Nell'ultima lezione il tema era quello classico di Hinamatsuri (festa delle bambole) che si tiene in Giappone nei primi di Marzo. Il jiku (uno shikishi) era dipinto con questo tema mentre la composizione floreale (non proprio adatta in effetti ad una cerimonia del tè) era una composizione di violette spontanee del mio giardino abbinate a piccoli fiorellini di campo selvatici color giallo intenso e qualche ramo d'edera in un elegante vaso giapponese in bambù.
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martedì 6 marzo 2012
Primi di Marzo-lezioni principianti gong fu cha
La lezione principianti di cerimonia cinese della prima settimana di Marzo si è incentrata sulla preparazione di un fiore di tè (sotto specifica richiesta di un allievo) ed è stata quindi incentrata sull'uso di utensili in vetro.
Il vetro, uno dei materiali migliori per infondere i tè delicati ( e i più belli da vedere), per quanto si abbini in maniera semplice a molti utensili di altri materiali ( dalla terra yixing alla porcellana, al celadon)non è tra i più semplici da utilizzare.
Gli allievi alle prime armi hanno solitamente paura di utilizzare il vetro perchè da loro un'idea di fragilità e soprattutto perchè non trattiene molto bene il calore, ma tende a cederlo ed è molto più facile rischiare di bruciarsi con un oggetto in vetro piuttosto che con una terracotta.
Non volevo appesantire la leggerezza del vetro con un imponente vassoio da gongfucha così ho deciso di usare la classica tea boat ("barca da tè" o vassoio sotto-teiera).
Da un punto di vista "tecnico" volevo incentrare la lezione sul corretto movimento delle braccia e delle spalle ( che verrà enfatizzato quando il maestro di cerimonia indosserà l'hanfu - vestito tradizionale con maniche molto lunghe e larghe) e volevo anche soffermarmi sul corretto movimento dei polsi quando si ruota la tazza per versare l'acqua in kensui (conteniore dell'acqua usata).
Ho completato l'allestimento con un fornello cinese ad alcool, un bollitore che riprendesse il tema del vetro, delle tazze in celadon ( queste sono abbastanza spesse e larghe e si prestano bene ad essere usate con le mani e senza pinze). Come chataku (piattini da tè) ho utilizzato i classici in metallo per sencha-do.
Il tè usato per il primo servizio di tè è stato uno splendido "Jade Zeppelin" (Spirali di Giada), il secondo un fiore di tè con crisantemo e gelsomini.
Due tè di gran pregio artistico (per risaltare bene nel vetro)su base di tè verde delicato.
Li ho abbinati servendo come snack un classico involtino primavera in versione vegan (100% vegetale, come impone la mia etica di maestra del tè). L'involtino primavera non è, come molti credono, un antipasto che si serve al ristorante ma uno snack servito in locali da "dim sum" e viene spessissimo abbinato ai tè verdi.
Composizione floreale e jiku (rotolo dipinto o scritto e appeso all'interno di tokonoma) erano gli stessi usati per la lezione di chanoyu (vedere prossimo post).
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mercoledì 15 febbraio 2012
Il mio tè di San Valentino
Ho passato il giorno di San Valentino in compagnia di un delicatissimo "fiore di tè" (un fiore racchiuso dentro un "bocciolo" di foglie di tè abilmente cucite a mano intorno ad esso).
L'ho fatto lentamente "sbocciare" all'interno di una piccola teiera cinese in vetro sottilissimo.
Il fiore era del tipo "Variety of colours" ed aveva un gusto delicatissimo aromatizzato al gelsomino.
Il vassoio sotto la teiera è stato fatto a mano da me.
Niente di meglio di un buon tè e qualche romantica rosa del mio giardino.
Buon San Valentino a tutti!
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domenica 29 gennaio 2012
Tawara noshi
Il tawara noshi è una miniatura decorativa giapponese che simboleggia tre balle di riso addobbate a festa e si usa in Gennaio nel tokonoma come portafortuna. Indica infatti prosperità, cibo e ricchezza per l'anno nuovo.
In una simile situazione d'incertezza economica (come siamo adesso nel nostro Paese) come non seguire la tradizione e mettere un bel portafortuna?
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mercoledì 25 gennaio 2012
Tè delle feste
Un po' in ritardo pubblico la foto del chaxi della degustazione di un campione di tè che mi è stato gentilmente mandato in regalo per le feste di Natale dal negozio "Dragon Tea House". Il campione di tè in questione è Da Wu Ye Fenghuang Dancong.

Ho scelto di creare un allestimento forse vagamente occidentale ma che rendesse l'idea delle Feste, usando parte del mio nuovo servito da tè Ru Kiln Moon che mostrerò più avanti nel dettaglio.
Il tè è un classico wulong dei Monti Wuyi. Non stravedo per questo tipo di tè (in generale amo gli wulong non tostati ma con gusto appena più deciso) tuttavia devo riconoscere che è un tè di classe: gusto leggero ma caratteristico e aroma dolce e delicato.

L'ho accompagnato con degli higashi di Nara tipici del capodanno giapponese, tuttavia è stata una pessima scelta di abbinamento perchè il loro gusto troppo dolce copriva esageratamente il gusto di questo tè.
Ho scelto di creare un allestimento forse vagamente occidentale ma che rendesse l'idea delle Feste, usando parte del mio nuovo servito da tè Ru Kiln Moon che mostrerò più avanti nel dettaglio.
Il tè è un classico wulong dei Monti Wuyi. Non stravedo per questo tipo di tè (in generale amo gli wulong non tostati ma con gusto appena più deciso) tuttavia devo riconoscere che è un tè di classe: gusto leggero ma caratteristico e aroma dolce e delicato.
L'ho accompagnato con degli higashi di Nara tipici del capodanno giapponese, tuttavia è stata una pessima scelta di abbinamento perchè il loro gusto troppo dolce copriva esageratamente il gusto di questo tè.
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