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martedì 2 luglio 2013

Pumidor




Tutti gli amanti del puerh prima o poi si chiedono come conservarlo al meglio per far sì che il suo aroma caratteristico e il suo grande valore (specie per i cakes già abbastanza invecchiati) non si disperdano.
Le condizioni per l'invecchiamento e la corretta conservazione del puerh sono di mantenerlo in un ambiente privo di odori, mediamente ventilato, ad una temperatura media costante intorno ai 22/25 gradi e con un'elevatissima umidità (tra il 75 e l'80 %).
Queste condizioni, da noi in Italia ( e in generale in Europa) non sono comuni quindi l'unica soluzione che abbiamo è creare un pumidor cioè un umidificatore (humidor) da puerh.
Il mio pumidor è molto "casalingo" (non sono un'esperta di fai da te!), ma per il momento funziona. 
Ho scelto un baule in legno non dipinto che chiudesse bene e non avesse buchi. Col trapano ho fatto un piccolo buchetto lateralmente al coperchio per far passare i fili della ventola.
Ho sistemato all'interno un igrometro (controlla temperatura e umidità) e una piccola ventola collegata alla corrente (di quelle da sigari). Poi ho messo un piccolo umidificatore da sigari, ma mi sono accorta ben presto che per un baule così grande l'umidificatore era inadeguato e ho deciso di rinforzare l'umidità aggiungendo un contenitore con tre spugne naturali che ogni giorno inzuppo di acqua depurata.
Non serve tenere un contenitore di acqua all'interno poiché non evaporerebbe: ci vogliono necessariamente delle spugne imbevute. L'importante in questi casi è ricordarsi di lavare le spugne ogni giorno per evitare il prolificare di batteri. Usando acqua depurata non si forma calcare che potrebbe ostruire la porosità della spugna. In alternativa potete usare un vero umidificatore come quelli per ambienti. Per la temperatura ho risolto mettendo il baule vicino ad un termosifone.

Ed ecco l'interno del mio pumidor casalingo.


Qui invece una panoramica della mia personale collezione di pu'er...


martedì 6 marzo 2012

Primi di Marzo-lezioni principianti gong fu cha



La lezione principianti di cerimonia cinese della prima settimana di Marzo si è incentrata sulla preparazione di un fiore di tè (sotto specifica richiesta di un allievo) ed è stata quindi incentrata sull'uso di utensili in vetro.
Il vetro, uno dei materiali migliori per infondere i tè delicati ( e i più belli da vedere), per quanto si abbini in maniera semplice a molti utensili di altri materiali ( dalla terra yixing alla porcellana, al celadon)non è tra i più semplici da utilizzare.
Gli allievi alle prime armi hanno solitamente paura di utilizzare il vetro perchè da loro un'idea di fragilità e soprattutto perchè non trattiene molto bene il calore, ma tende a cederlo ed è molto più facile rischiare di bruciarsi con un oggetto in vetro piuttosto che con una terracotta.
Non volevo appesantire la leggerezza del vetro con un imponente vassoio da gongfucha così ho deciso di usare la classica tea boat ("barca da tè" o vassoio sotto-teiera).
Da un punto di vista "tecnico" volevo incentrare la lezione sul corretto movimento delle braccia e delle spalle ( che verrà enfatizzato quando il maestro di cerimonia indosserà l'hanfu - vestito tradizionale con maniche molto lunghe e larghe) e volevo anche soffermarmi sul corretto movimento dei polsi quando si ruota la tazza per versare l'acqua in kensui (conteniore dell'acqua usata).
Ho completato l'allestimento con un fornello cinese ad alcool, un bollitore che riprendesse il tema del vetro, delle tazze in celadon ( queste sono abbastanza spesse e larghe e si prestano bene ad essere usate con le mani e senza pinze). Come chataku (piattini da tè) ho utilizzato i classici in metallo per sencha-do.
Il tè usato per il primo servizio di tè è stato uno splendido "Jade Zeppelin" (Spirali di Giada), il secondo un fiore di tè con crisantemo e gelsomini.
Due tè di gran pregio artistico (per risaltare bene nel vetro)su base di tè verde delicato.
Li ho abbinati servendo come snack un classico involtino primavera in versione vegan (100% vegetale, come impone la mia etica di maestra del tè). L'involtino primavera non è, come molti credono, un antipasto che si serve al ristorante ma uno snack servito in locali da "dim sum" e viene spessissimo abbinato ai tè verdi.
Composizione floreale e jiku (rotolo dipinto o scritto e appeso all'interno di tokonoma) erano gli stessi usati per la lezione di chanoyu (vedere prossimo post).