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giovedì 1 ottobre 2015

What is a tea ceremony?




Some people ask me what really is a tea ceremony. It’s quite difficult to explain. Tea ceremony in the West means the way of serving tea in the East, which varies from Country to Country. This way, depending on the place, can be extremely ritualized and very complex. Sometimes the art of serving tea includes artistic knowledge in various fields of cultural arts of the Country of which we are practicing ceremonial. Some types of ceremonies are rather informal so that in the same Country of origin are not defined ceremonies, but are seen as the correct way of serving tea. One example is China, where the tea ceremony is called gongfucha which literally means "tea in the best way." The gongfucha is so informal, not only depending on the areas where it is operating, but also by the same people who practice it and has very few fixed rules.
A special case is made from Korea and especially Japan. In Korea, the tea ceremony is divided in ceremony for the leaf tea ceremony and tea powder. Both ceremonies are quite similar to its Japanese, but retain more lightness and a more informal tone that have certainly adopted by the Chinese style. The darye Korean, albeit very ritualized, has much less stiffness than the Chanoyu.



In Japan, the tea ceremony is divided in ceremony for Sencha (leaf tea) called Senchado and ceremony for tea matcha (powder tea) called Chanoyu. The Chanoyu ceremony is the most complex and ritualized existing and is the sum of the Japanese arts. Consequently in Japan (but not only there ) it is held in high esteem. Chanoyu means "hot water for tea" and this is a maximum of the master considered the founder of the ceremony itself, which has marked the ritual as it stands today, and called Sen No Rikyu. A run schools of tea ceremony in Japan today are the descendants of the Master. The Chanoyu is often called by the name of Chado which literally means "Way of Tea". "Way" in Japanese is the path of the life of a 'whole life that the follower learns this art, perfect, practical and, later, teaches and serves to guide the choices and building throughout its life. It 'very difficult to explain in words what is the sum of the arts, gestures and rituals contained in a tea ceremony: it is much better, initially, to learn it by practice: before watching the demonstrations and, later, trying lessons.




If you’re interested in to try our tea ceremony lessons please write to: letiziadelmagro@gmail.com


Cos'è una cerimonia del tè?




In molti mi chiedono cos'è una cerimonia del tè. Spiegarlo è davvero complicato. Per cerimonia del tè, in Occidente, si intende il modo di servire il tè in Oriente, che varia da paese a paese. Questo modo, a seconda del posto, può essere estremamente ritualizzato e molto complesso.
Alcune volte l’arte di servire il tè comprende conoscenze artistiche nei più svariati ambiti culturali delle arti del Paese di cui stiamo praticando il cerimoniale.
Alcuni tipi di cerimoniali sono piuttosto informali tanto che negli stessi paesi di origine non vengono definiti cerimonie, ma vengono considerati semplicemente come la maniera corretta di eseguire l’arte di servire il tè.
Ne è un esempio la Cina, la cui cerimonia del tè si chiama gongfucha che alla lettera significa “tè nella maniera migliore”.
Il gongfucha è talmente informale da variare molto, non solo a seconda delle zone in cui viene praticato, ma anche dalle persone stesse che lo praticano e ha pochissime regole fisse.
Un caso a parte è costituito dalla Corea e soprattutto dal Giappone.
In Corea la cerimonia del tè si divide in cerimonia per il tè in foglie e cerimonia per il tè in polvere. Entrambe le cerimonie sono abbastanza simili alle relative giapponesi, ma mantengono maggiore leggerezza e un tono più informale che hanno sicuramente adottato dallo stile cinese. Il darye coreano, seppur molto ritualizzato, ha molte meno rigidità rispetto al Chanoyu.






In Giappone la cerimonia del tè si divide in cerimonia per il sencha (tè in foglie) che si chiama Senchado e cerimonia per il tè matcha (in polvere) che si chiama Chanoyu.
Il Chanoyu è la cerimonia più complessa e più ritualizzata esistente ed è la somma delle arti giapponesi. Di conseguenza in Giappone (ma non solo) è tenuta in grandissima considerazione.
Chanoyu significa “acqua calda per il tè” e viene da una massima del maestro considerato fondatore della stessa cerimonia ( ne è in realtà solo il codificatore), che ne ha codificato il rituale così come si presenta oggi, e che si chiama Sen No Rikyu.
A gestire le scuole di cerimonia del tè in Giappone sono tutt’oggi i discendenti del Maestro.
Il Chanoyu è spesso chiamato con il nome di Chado che letteralmente significa “Via del Tè”. “Via” in giapponese è il percorso della durata di un’ intera vita che il seguace di questa arte apprende, perfeziona, pratica e, in seguito,  insegna e che serve a guidarlo nelle scelte e nella costruzione di tutta la sua vita stessa.
E’ molto difficile spiegare a parole quello che è la somma delle arti, dei gesti e della ritualità contenuti in una cerimonia del tè: è molto meglio, inizialmente, apprenderlo con la pratica: prima guardando delle dimostrazioni e, in seguito, provando delle lezioni.




Stanno per cominciare le lezioni del nuovo anno sia in zona Lucca che in zona Bologna. Se volete provare le nostre lezioni di cerimonia del tè non esitate a contattarci!



venerdì 26 giugno 2015

Tasting a Thai oolong tea: Jing Shuan

A well known importer of tea honored me with a series of samples including a Thai oolong: Jing Shuan.


As you can see from the photo, it has a nice green color with rolled leafs that include the first three leaves. The dry scent is lightly grassy with a predominant hint of dried fruits.  


For the preparation a made a simple choice in a prestigious location. A 1700 century hall is important enough so I chose to set a minimal chaxi in fusion style using a combination of European objects (silver tray, tea container in fine China and towels in embroidered veil) and Eastern (Yixing kensui and dark teapot, cup in white Chinese porcelain and Japanese steel saucer). It's inevitable the presence of flowers, particularly orchids, that can give atmosphere to any setting.  


The infusion looks pale yellow, medium clear. The texture on the palate is rather thin and the aroma is very light and flowery. Wet leaves have a consistent aroma of flowers and tomato. 


It's a tea without a marked aromas and flavors. Surely it is too bland to be counted among the precious teas. It will not be a tea that I'll buy in the next future.  




Degustando un oolong tailandese: Jing Shuan

Un noto importatore di tè mi ha omaggiato di una serie di campioni dei suoi tè tra cui un oolong tailandese a cui ho deciso di dedicare una sessione di degustazione: il Jing Shuan.


Come si vede dalla foto si tratta di un tè di colore verde con lavorazione a foglia arrotolata che comprende le prime tre foglie. Il profumo "a secco" è leggermente erbaceo con una nota preponderante di frutta secca. 


Per l'allestimento ho fatto una scelta semplice in una location di pregio. Poichè la sala settecentesca è già sufficientemente importante ho scelto di allestire il chaxi in modo minimal usando una combinazione fusion di oggettistica europea (il vassoio in argento, il contenitore del tè in porcellana finissima e i centri in velo ricamato) e orientale (kensui e teiera Yixing scure, tazza e bricco cinesi in porcellana bianca e piattino in acciaio giapponese). Immancabile la presenza dei fiori, in particolare delle orchidee che riescono a dare atmosfera a qualsiasi allestimento. 


L'infuso si presenta di colore giallo pallido, mediamente limpido. La consistenza al palato è piuttosto sottile e l'aroma è leggerissimo e fiorito. Le foglie bagnate hanno un aroma consistente di fiori e di pomodoro. 


Risulta un tè quasi privo di aromi e sapori spiccati. Sicuramente è troppo insipido per essere annoverato tra i tè di pregio. Non sarà un tè che acquisterò. 




mercoledì 3 luglio 2013

Pumidor (English version)





All puerh lovers sooner or later think how to conserve it so that its distinctive aroma and its great value (especially for cakes already quite aged) do not stray.
The conditions for the aging puerh and the correct conservation are to keep it in an environment free of odors, ventilated and with a constant temperature around 22/25 C° and with a very high humidity (between 75 and 80 %).
These conditions, here in Italy (and in Europe in general) are not common then the only solution we have it's to create a "pumidor": a humidifier for puerh.
My pumidor is very 'homely' but for the moment it works.
I chose an unpainted wood trunk that close well and has no holes. With the drill I made a little hole in the left side to the wires of the fan.
I fixed inside a hygrometer (humidity and temperature controls) and a small fan connected to the power (a cigars model). Then I put a small cigars humidor, but I realized early that it was inadequate for a trunk so big and I decided to reinforce the moisture by adding a container with three natural sponges that soak every day of purified water.
No need to keep a container of water inside because it does not evaporate, it takes necessarily sponges soaked. The important thing in these cases is to remember to wash the sponges every day to avoid the bacteria proliferate. Using purified water is not formed limestone that may obstruct the porosity of the sponge. Alternatively you can use a real home humidifier for those environments. For temperature I solved by putting the trunk in proximity of a radiator.

And here's the inside of my home pumidor.



Here, instead, a panoramic of my personal puerh collection...




giovedì 27 settembre 2012

Star of Bulang 2007 (English Version)

It's a long time since I updated this blog, but a little the end of the lessons of tea ceremony and a little my work, I momentarily neglect my great love for this wonderful drink. Two days ago, thanks to the bad weather, I decided to open a new cake of puerh tea. I really wanted a sheng, but my last trusty cake of Menghai 7532 was finish so I went in my pumidor to look for something and I decided finally to try "Star of Bulang" Guoyan 701 of the 2007 vintage. Came to me in 2008 (very young), I storage until now in my pumidor, so in a moderate heat and medium / dry humidity (65% on average). Despite the degree of humidity is not one of the best, the cake has maintained intact its fragrance.
This cake is composed entirely of material from Bulang spring, but only partially from wild trees. It has a medium compression, with a medium-bodied flavor, but a long finish. The aftertaste is sweet and clean and you can also define overall a great tasting cake. The liquid is pale gold. It has excellent quality / price ratio. So I would say that it is a good buy for those who want to drink now and for those who want to age for future consumption.

Star of Bulang 2007

E' da molto tempo che non aggiorno questo blog, ma, un po' la fine delle lezioni di cerimonia del tè e un po' il lavoro, mi hanno portato a dover momentaneamente trascurare il mio grande amore per questa stupenda bevanda. Due giorni fa, complice il brutto tempo, ho deciso di aprire un nuovo cake di tè puerh. Avevo tanta voglia di uno sheng, ma il mio ultimo fidato cake 7532 di Menghai era finito così sono andata nel mio pumidor a cercare qualcosa e ho deciso di provare finalmente "Star of Bulang" 701 di Guoyan dell'annata 2007. Arrivato da me nel 2008 (quindi giovanissimo), l'ho fatto "stagionare" fino ad adesso nel mio pumidor, quindi in un ambiente a calore medio/moderato e a umidità medio/secca (65 % di media). Nonostante il grado di umidità non sia uno dei migliori, il cake ha mantenuto intatta tutta la sua fragranza.
Questo cake è composto interamente di materiale primaverile proveniente da Bulang, ma, solo parzialmente, da alberi selvatici. E' a compressione media, con un sapore di medio corpo, ma di lunga persistenza. Il retrogusto è dolce e pulito e si può definire complessivamente un ottimo cake anche da degustazione. Il liquido è di color oro pallido. Ottimo il suo rapporto qualità/prezzo. Direi quindi che è un buon acquisto sia per chi lo vuol bere subito sia per chi lo vuole invecchiare per un consumo futuro.

mercoledì 4 aprile 2012

Tè nella serra


Alla fine di Marzo volevo fare un gong fu cha in un posto che potesse suggerirmi una maggior idea di primavera così ho pensato: "Perchè no in una serra?".
Certo in una serra è più difficile trovare un posto appropriato per appendere un rotolo dipinto ma ho voluto provare comunque...
Questo è stato il risultato...



Per il chaxi ho scelto un set di colore blu scuro con disegni oro chiamato "Perla Nera" e come tè un classico Bi Lo Chun ( il tè che a mio parere rende maggiormente l'idea della primavera).
Le tazze di questo set sono più grandi delle normali tazze da gong fu cha e questo mi ha dato la possibilità di incentrare la parte tecnica sulla corretta maniera di svuotarle a mano senza l'uso di pinze o altri utensili.


E per concludere un tradizionale dolce giapponese di primavera: sakura mochi (nello stile di Kyoto)!

Tea in the greenhouse



At the end of March I wanted a gong fu cha in a place that suggested a greater idea of ​​spring so I thinked :" Why not in my greenhouse?".
Yes, in a greenhoude it's more difficoult to find a correct place to arrange an hanging scroll but I wanted to try...
This is the result...


For the chaxi I chose a tea set in a dark blu color with gold ornamental motifs called "Black Pearl" and the tea was a classic Bi Lo Chun (tea that most suggests the idea of the spring).
The cups were a little more big than normal so the technique was centered in the correct moviment to empty water from buckets without no tool.


And finally a traditional spring Japanese sweet: sakura mochi ( Kyoto version)!

mercoledì 21 marzo 2012

La semplicità del gong fu cha


Come avevo accennato nel precedente post, il tema della cerimonia cinese sarebbe stato lo stesso di quello del chanoyu: la bellezza.
La bellezza vera, è a mio parere, preziosa ma non troppo vistosa, semplice senza essere sciatta.
E' come una teiera antica, con i suoi smalti appena opacizzati dal tempo, magari con le sue piccole "sbeccature", ma sicuramente affascinante, ricca degli aromi dei mille tè che ci sono stato infusi, piena di storie, assolutamente unica.
Come allestimento ho voluto usare un solo oggetto di pregio (una teiera in porcellana cinese del 1800 di dimensione media) e rimanere molto moderata sugli altri oggetti.
Non volevo che ci fosse niente di più dell'indispensabile e anche gli stessi colori dovevano dare un'idea di pulizia e rigore per far risaltare la bellezza della teiera.
Dal punto di vista tecnico ci siamo concentrati sui difetti dei vari allievi e abbiamo ripetuto i gesti per cercare un nuovo equilibrio e una nuova pulizia. In alcuni casi abbiamo anche imparato come pulire e sistemare gli utensili nel caso si rendesse necessario farlo di fronte agli ospiti.



Come tè niente poteva rendere meglio l'idea della semplicità (nella lavorazione) e della bellezza (nel gusto) di un Long Jin.
Per addolcirlo dei piccoli bocconcini di mochi rivestiti di sesamo.

sabato 17 marzo 2012

Video Gong fu cha cinese - Video Chinese Gong fu cha

venerdì 16 marzo 2012

Lezione di gong fu cha - seconda settimana di Marzo


In questa lezione da un punto di vista tecnico abbiamo cercato di perfezionare il movimento delle braccia nella rotazione della teiera e del bricco. Il movimento non deve essere di spalle (altrimenti si otterrebbe un ridicolo effetto di "nuotatore a rana")ma solo di gomiti. Inoltre è estremamente importante separare quello che è il movimento rotatorio (che viene fatto solo dai polsi) da quello "alto-basso" che invece viene eseguito dai gomiti.
Come avevo già detto in precedenza questo movimento non è particolarmente significativo quando si usano abiti di fattura occidentale, ma risulta esteticamente molto piacevole quando si indossa l'hanfu che ha le maniche molto larghe e lunghe.
Purtroppo questo movimento non è semplice per nessuno dei miei allievi e richiede diverse lezioni, e un po' di applicazione, per essere eseguito al meglio.
Ad un allievo in particolare ho cominciato una piccola introduzione sul ritmo (cosa che in seguito sarà davvero indispensabile per sincronizzare più persone che fanno la stessa cerimonia), ma me ne sono quasi subito pentita: il ritmo nella cerimonia del tè è una cosa molto complessa ed è bene affrontarla in seguito quando alcune conoscenze sono già consolidate e si ha in generale una maggiore sicurezza.
Come tè ho servito ad alcuni un tè Fancy Wulong di Taiwan dal sapore abbastanza marcato e ad altri un wulong tailandese di pregio a foglia arrotolata, simile ad un Tie Kwan Yin.
Ho giocato tutta l'atmosfera creata dagli utensili sul tema della primavera.
In particolare ho adoperato il mio solito nuovo set di porcellana bianca con rami e fiori di susino abbinato ad una teiera Yixing scura anch'essa col tema dei fiori di susino.
E' una teiera che amo particolarmente poichè è stata la mia prima teiera Yixing! E'inoltre la riproduzione fedele, fatta da un noto maestro di terracotte, di un esemplare storico molto quotato conservato in un museo cinese.


I fiori erano una piccola composizione di vistose orchidee e mimosa (ovviamente un regalo che mi è stato fatto per la Festa della Donna) e come tutti i regali viene immediatamente esposto durante la cerimonia. Essendo questa composizione già abbastanza vistosa ho evitato di aggiungere altri fiori nel tokonoma. Appeso ho sistemato uno shikishi con una famosa calligrafia simboleggiante il rinnovo portato dalla primavera in arrivo.
Infine ho servito come dolce dei Tang Yuan (il mio dolce preferito) anch'essi arrangiati in versione primaverile: serviti dentro un infuso di Ba Bao Cha (Tè degli otto tesori) e adornati con petali di fiori colorati e bacche di Goji. Il Tang Yuan è un dolce tipico della Festa delle Lanterne tuttavia non viene disdegnato neppure per altre festività.Per servirlo ho scelto delle preziosissime ciotole coperte di porcellana giapponese a lavorazione Imari del 1800.